Paziente: Dr. Sheldon Cooper
Il dr. Cooper giunge nel mio studio accompagnato dal suo coinquilino dr. Leonard Hofstadter poiché, cito testualmente “dice che non ha alcun disturbo perché sua madre lo ha fatto visitare ma ho qualche dubbio”.
Il paziente entra nello studio e si siede sulla mia poltrona, ho fatto molta fatica a farmi ridare il posto poiché sosteneva che fosse suo (“that’s my spot!”).
Il dr. Cooper sembra soffrire di un disturbo ossessivo compulsivo di personalità. Tra i criteri: preoccupazione per l’ordine, le regole e i regolamenti, precisione che sfocia nel perfezionismo, necessita di avere sempre il controllo della situazione, rituali, rigidità e inflessibilità con scarsa capacità di adattamento se le cose non vanno come programmate.
La scelta del “suo” posto a sedere sul divano comune in alloggio è meticolosa e scientificamente motivata ed è talmente rigido nelle sue posizioni che non ammette cambiamenti.
Sembra inoltre che abbia dei riti, come ad esempio quello di bussare sempre tre volte di fila dicendo il nome della persona da cui si reca, ad esempio alla porta della vicina di casa, la Sig.ra Penny (knoc knoc knoc “Penny”! knoc knoc knoc “Penny”! knoc knoc knoc “Penny”!). Se questo schema viene interrotto, ad esempio perché la porta viene aperta subito, Sheldon soffre e deve necessariamente portarlo a termine. Un altro comportamento che avvalla la diagnosi di disturbo ossessivo compulsivo di personalità è, ad esempio, la rigidità relativa alle cene e alla rotazione settimanale degli alimenti che per nessuna ragione può essere modificata (la cioccolata calda ammessa solo nei mesi che contendono la lettera R!!!).
Un altro disturbo che sembra presente nel dr. Cooper è il disturbo narcisistico di personalità. Alcune caratteristiche sono: ritenere di dover ricevere un trattamento speciale, superbia, arroganza, disprezzo per il prossimo che non è degno di stargli vicino (salvo alcune rarissime eccezioni a cui, sebbene siano inferiori, concede la sua compagnia…e forse gli vuole pure bene, ma non lo ammetterà mai!).
Sembra esserci anche qualche tratto borderline nel dr. Cooper: ha brevi lampi di malumore, mette il broncio, punta i piedi e ha grandi difficoltà a calmarsi se è arrabbiato o anche solo turbato il che talvolta può portare a scoppi d’ira e atteggiamenti impulsivi. Molto spesso solo la mamma riesce a calmare il suo Shelly.
Per non farsi mancare nulla, il dr. Cooper ha anche tratti paranoici. Fa molta fatica a fidarsi degli altri, vede il prossimo come una minaccia e non ama aprirsi e confidarsi. È molto geloso dei pochi eletti che reputa degni della sua presenza e quando si sente minacciato da qualcuno tende a svalutarlo. Non ama la folla nè le persone in generale e non sente la necessità di essere circondato da tanti amici: gli bastano i suoi pochi eletti e accuratamente selezionati.
A tal proposito, il dr. Hofstadter riporta un dialogo col dr. Cooper:
L. H.: “Dovremmo allargare la nostra cerchia di amicizie”
S.C.: “la mia cerchia è già ampia, ho 212 amici su MySpace”
L.H.: “sì, e non hai mai incontrato nessuno di loro!”
S.C.: “è questo il bello!”
Questa è la #diagnosispicciola …immaginate quella vera!!!!!
Dott.ssa Cristina Politano
—-
A lunedì prossimo con un nuovo paziente nella rubrica #Diagnosispicciola per STVFA!
Lascia un Commento
Vuoi partecipare alla discussione?Fornisci il tuo contributo!