Il Professore, interpretato da Alvaro Morte, è la mente dietro al colpo del secolo narrato nella serie tv “La casa di carta”. Un personaggio intrigante, affascinante e complesso.
La sua storia è avvolta dal mistero, si sa solo quel poco che volutamente ha fatto conoscere. Proviamo, insieme, a guardarlo più da vicino.
Il piano P(sicologico) del Professore
Tu tuuuu tu tu tu tuuuuu
Tu tuuuu tu tu tu tuuuuu
Professore buongiorno
Salve Doc, tutto secondo i piani. Adesso parte il piano “dammi tre parole”, poi passiamo a “io me ne andrei”.
Sembra sensato. Se per lei va bene direi di riprendere da dove ci siamo lasciati, da dove nasce l’idea della rapina?
Eh….papà. Ho passato parte della mia infanzia e adolescenza bloccato in ospedale, l’unica cosa che mi permetteva di evadere erano le storie che mi raccontava papà.
Oh che bella immagine! Che tipo di storie? Favole? Racconti di letteratura?
No no, di vita vissuta. Mi raccontava delle sue rapine…
AH…
Non era una brutta persona, i soldi servivano per curare suo figlio gravemente malato. La rapina che più mi ha affascinato e colpito è stata l’ultima…quella che si sarebbe dovuta effettuare senza rubare i soldi a nessuno.
E pensare di metterla in atto con Berlino per portare a compimento il desiderio di tuo…vostro padre è stata naturale.
Sì, con Berlino avevamo un patto: ci saremmo sempre presi cura uno dell’altro. Fino alla fine. Ce lo siamo promessi, quando lui era costretto in un letto di ospedale per via delle sua malattia.
Scusi, glielo devo chiedere: ma è Berlino che stava in ospedale malato o lei? O entrambi?? Mi sfugge questo passaggio. Lei ha passato l’infanzia in ospedale per stare accanto al suo fratellastro?
……
Professore?
…….Troppi dettagli personali, e poi scusi ma se le dico tutto adesso la stagione 4 a che serve?
Arrivederci Doc, la ricontatto io!
Arrivederci Professore
La diagnosi spicciola del Professore
Mente criminale? No, un leader da manuale!
Un’attenzione ai dettagli smisurata, un’intelligenza fuori dal comune e un perfezionismo tale da rasentare la mania. La “mania”, intesa nel senso comune del termine, indica comportamenti o idee ossessive, tipo dare un nome a tutti e a tutto (i nomi della banda, i nomi delle fasi del piano, tutto etichettato con rigore e precisione).
Calcolatore, nel progettare il suo piano prende in considerazione ogni possibile scenario, ha un piano A B C D per ogni evenienza. Questa capacità organizzativa, nonchè le sue caratteristiche personali, gli permettono di essere rispettato da tutti, tutto il team crede in lui, ha fiducia nel suo piano e nella sua capacità di problem solving.
È capace di prevedere le risposte degli altri attori, protagonisti e non, del suo colpo e questo aspetto risulta fondamentale visto che gran parte del piano dipende fortemente dalle reazioni, non solo tattiche, ma anche e soprattutto emotive, della polizia, del team e degli ostaggi. Questo dimostra una profonda conoscenza della psicologia umana.
Siamo tutti affascinati da lui, ma va sottolineata la sua grandissima capacità manipolatoria.
Se pensiamo alla relazione con Raquel, lui la manipola fin dal primo momento per girare ogni volta la situazione a suo favore. E poi? Trac, fregato dall’amore! Proprio lui che ha vietato ogni tipo di relazione interna al team, vede i sentimenti come un possibile ostacolo, una distrazione rispetto all’obiettivo primario. Questa regola vale fino a quando incontra l’amore della sua vita, Raquel. Ecco che i sentimenti si mettono sulla sua strada e per forza di cose ostacolano il suo piano perfetto. Tutto viene rimesso in discussione, ogni scelta, ogni azione, ogni parola. Ogni dettaglio.
Per gran parte del tempo lavora dietro le quinte, manovrando le sue pedine come solo un burattinaio saprebbe fare e motivandole con discorsi profondi e toccanti. Pedine istruite, scelte per le loro qualità ad una ad una con una meticolosità tale da renderle un team di lavoro perfetto (o quasi…Tokyo???), un vero Dream Team. Una selezione da far invidia al miglior Recruiter nel campo delle risorse umane.
Anche nei momenti di massima tensione, il Professore mantiene una calma serafica. Ecco un’altra caratteristica che fa di lui un leader perfetto: risolvere ogni problema o conflitto senza aggressività. Almeno fino ad ora, ora è guerra!
La smodata (ma necessaria) attenzione ai dettagli, la sua resistenza al cambiamento, la sua acuta intelligenza, la perfetta conoscenza di ogni aspetto del piano, la sua ritualità comportamentale; ancora, il distacco emotivo e dal resto del mondo, le abilità attentive e percettive sopra la media, la perdita di controllo se qualcosa non va secondo i piani. Tutte queste caratteristiche possono delineare un profilo che rientra nello spettro autistico.
Nonostante il piano per raggiungere il suo scopo sia pieno di azioni tutt’altro che rispettabili o umanamente accettabili (una su tutte, tenere decine di persone in ostaggio di una banda armata), il Professore mantiene fede ai suoi principi morali, che aggiungono alle sue doti da leader perfetto una caratteristica fondamentale: l’umanità.
Nonostante la sua regola principale sia “nessuna relazione personale” (si sa, l’amore ci rende vulnerabili, ci annebbia la vista, mette a rischio la nostra obiettività e ci influenza nelle azioni: tutte cose molto BRUTTE BRUTTE BRUTTE quando si tratta di rapinare la zecca di stato o, più in generale quando, si mescolano amore e lavoro), dimostra grande vicinanza ai membri del suo team (e Raquel, of course), poche persone scelte accuratamente per cui provare affetto.
Tutta la serie è un gioco di dissonanze cognitive!
N’che senso?
Professore ma che ci fa ancora qua ci siamo salutati mezz’ora fa!
Scusi non ho staccato la cimice.
AH.
Dicevo che tutta la serie gira intorno al contrasto: ciò che ci è familiare e in qualche modo rassicurante viene associato a qualcosa di distorto che ci confonde. Tipo Alicia Sierra, incinta, col pancione…un’immagine che rimanda alla dolcezza e alla maternità, ma che si rivela una perfida stronza capace di cose ignobili. O lei, Professore, che ha l’aria buona, mite, gentile… e si rivela un rapinatore calcolatore e manipolatore. O ancora Helsinki, ex militare serbo dall’aspetto temibile e pauroso che si rivela essere un orsetto. Ci manda in tilt!
Nella vita capita spesso di vivere momenti in cui vorremmo qualcosa, ma è proprio quel qualcosa a farci stare male, in cui abbiamo due idee contrapposte. Ci può capitare di provare tensione, ansia o disagio quando ci troviamo di fronte a due ipotesi opposte e incompatibili.
Per esempio, quando ci manca il nostro ex e vorremmo tornarci insieme, ma è proprio lui che ci ha fatto e ci fa soffrire.
Idea 1: essere felice
Idea 2: tornare con l’uomo che ci ha rese infelici
Quando vorremmo perdere qualche kilo, ma non andiamo in palestra e continuiamo a mangiare cioccolata.
Idea 1: perdere kili
Idea 2: mangiare cioccolato seduta sul divano
Ed ecco anche questo meccanismo scatena le auto giustificazioni: ma sì, in palestra inizio la prossima settimana, ma sì una fetta di pane e nutella non cambia la situazione, ma sì è normale non dare possibilità ad altri uomini perchè penso ancora a lui e così via. Ci giustifichiamo per dare un senso alla scelta fatta. E sottolineo scelta. Possiamo dire che arriviamo ad ingannarci da soli per giustificare la scelta, raccontandoci talvolta bugie per allentare i sensi di colpa.
Prenderne atto ci consente di agire, di rendere esplicito questo meccanismo e di comprenderne l’utilità implicita. Se questo meccanismo ti sta rendendo difficile raggiungere gli obiettivi che ti poni, non cambiare obiettivi, cambia atteggiamento! Abbiamo il potere di cambiare le cose che si possono cambiare, se pensi di non farcela contattami, sarò il tuo Berlino!